Quota cento: finalmente chiarezza.
Aveva una intelligenza sintetica e intuitiva, non approfondiva nulla che non lo interessasse realmente, e realmente nulla lo interessava. A parte le donne, che gli parevano un buon modo per passare il tempo, meglio delle Serie Tv e della Playstation cui si dedicavano i suoi amici più colti.
Aveva un lavoro, iniziato nel tempo in cui pareva consuetudine averlo. Lo svolgeva con la scioltezza di chi nuota da anni, a -morto a galla-, ma tanto bastava in un ufficio in cui la maggior parte dei colleghi era, persino, dannoso.
Era svagato, appassionato del vago e indistinto, la pignoleria gli pareva vizio capitale. Solo quando il chiacchiericcio diveniva costante e diffuso, ascoltava, spizzicando. Fu allora che, tra i soliti discorsi di malattia e morti, un collega gli porse il volantino di convocazione di una assemblea sindacale su cui era scritto ‘quota cento.’
La pensione era un sogno, l’Eldorado del tempo liberato, ma, pareva, per ottenerla bisognasse raggiungere -quota cento-.
Dopo pochi minuti della sua prima assemblea sindacale capì perché fosse la prima: la noia lo atterrì e se ne andò.
Il giorno dopo andò da Falardo, come sempre. Avevano fatto le scuole, il militare, il concorso insieme. Gli aveva passato i compiti in classe, spiegato come rifare la branda, suggerito la soluzione del tema di concorso. Insomma, gli era sempre stato accanto, un vero amico. “Cento?” gli sussurrò. A quello bastò uno sguardo. “Il numero delle donne con cui sei andato a letto.”
Contò allora, nella memoria, tutte le donne con cui era stato. Ci mise un po’, dovette sedersi accanto al suo amico e elencargliele una per una. Verso le 70 si fermò, chiese se fosse sufficiente una autocertificazione o servisse una lettera di referenze. Rassicurato sull’autocertificazione, arrivò a 99. Gliene mancava una, solo una. Falardo fu irremovibile: non era possibile alcun riscatto contributivo.
Pigro già di per sé, era diventato ancora più pigro nel corteggiare le donne. Anche in quell’occasione Falardo gli venne in soccorso. Gli presentò Carla, donna magra e un po’ maschile, come piaceva a lui. Contrattarono un appuntamento a metà strada, comodo per entrambi. “Cento?” Gli chiese la donna. “Cento” gli rispose lui. Avevano lo stesso obiettivo, ad entrambi mancava solo una … -un requisito contributivo-, decisero di chiamarlo così.
Fecero sesso immaginando la pensione, una spiaggia, una casa con vista sul mare. E fu bello, come mai era stato.
Andarono in pensione dopo pochi mesi, la domanda venne accettata, tutto era in regola. Prendendo il caffè sul loro balcone vista mare, un dubbio, però, li colse: superare -quota cento- avrebbe determinato la perdita della pensione?
Non corsero rischi, decisero di essersi fedeli sempre, e vissero felici e in perfetta sintonia. Non osi separare l’uomo quello che la pensione ha unito.
P.S. Morirono lo stesso giorno, in luoghi diversi, felici perché ognuno convinto di lasciare la reversibilità all’altro. Anche il becchino lo testimoniò ‘mai visto due morti andare così d’accordo.’
(Giovanni Lupi – ottobre 2018 – Castrovillari, ore 4:43 di notte, seduto a un tavolino di un bar in attesa dell’apertura)